
Plastico Litoranea ligure – Finalpia
Protagonista soprattutto di moltissimo divertimento, è stato anche pubblicato su Tutto Treno n.194 e Tutto Treno n.196, inoltre è apparso anche sulla rivista inglese Model Rail n.115.
Dopo tanto tempo dedicato a far diorami di tutte le forme, mi è capitata finalmente l’occasione di poter costruire un plastico che non fosse il solito anello scaldalocomotive. In realtà lo spazio non c’era ma l’ho creato grazie a una soluzione un po’ impegnativa: un plastico sopraelevato.
Tutta la struttura del plastico si trova a poco più di due metri dal pavimento e corre lungo buona parte del perimetro della casa. Il leggero insieme composto da listelli e strisce sulle quali corrono i binari, è sostenuto e fissato al muro con delle “elle” metalliche montate alla rovescia, in modo che la parte ancorata al muro risulti rivolta verso l’alto, quindi nascosta. Una zona soppalcata ospita il tavolo da lavoro e permette un facile accesso alla stazione e al paesello.
Non ho accettato troppi compromessi riguardo la lunghezza dei convogli, mi piaceva l’idea di poter fare composizioni realistiche, perciò la pendenza massima del tracciato è di 3,5 cm per metro lineare. Può sembrare molto ma una E 656 “gommata” si porta dietro 9 carrozze Tipo X Rivarossi, senza contare che ora sempre più locomotive montano i decoder digitali, e con la funzione di regolazione del carico è tutta un’altra cosa: le locomotive mantengono la velocità impostata sia in salita, si in discesa.
La stazione può ospitare a vista, con il suo marciapiedi costruito in polistirolo e cartoncino, treni di 7 carrozze e include alcuni binari morti i quali offrono, nel loro piccolo, interessanti possibilità di manovra.
Punto focale del plastico è la riproduzione dell’abbazia di Finalpia.
Lo sviluppo della ferrovia è piuttosto semplice, pur ospitando una discreta quantità di movimento: la linea è a binario singolo tranne un tratto a doppio binario che vuole riprodurre una breve porzione ad alta velocità compresa tra due gallerie, incongruente con il resto del plastico ma posizionata in una zona relativamente nascosta. Elettronicamente parlando una centralina Compact Lenz controllava il traffico dei treni mentre i 9 scambi restano comandati in modo tradizionale e sono manovrati da motori sottoplancia Peco.
Il raggio minimo di curvatura corrisponde all’R5 Roco (542.8mm), così nessun rotabile ha problemi ad affrontare il tracciato, nemmeno treni da 7 MDVE con locomotiva in spinta. I tratti con angolo di curvatura più acuto sono tutti nascosti in galleria e partono da una distanza dagli imbocchi tale da non permettere la vista delle estremità delle carrozze mentre curvano di colpo appena impegnati i tunnel.
La catenaria è realmente funzionante, ovvero non conduce corrente ma i pantografi vi strisciano in tutta tranquillità. Un sistema di sottili fili di ferro e rotaie piegate nascoste all’interno delle gallerie accompagna i pantografi alle altezze dei fili di contatto delle parti a vista. I pali sono prodotti commerciali di marche diverse: quelli ex trifase sono di Linea Model, mentre tutti gli altri sono stati modificati a seconda dell’esigenza. La catenaria è autocostruita in filo di ferro da 0.3 mm di diametro fissato con colla cianoacrilica e molta pazienza.
GALLERIA IMMAGINI
Le fotografie sono tutto ciò che resta del plastico di Finalpia Santuario, smantellato nel 2006 a causa di un trasloco. Gran parte degli edifici sono stati salvati e, chissà, forse troveranno spazio in un nuovo plastico…
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Le foto qui in alto insieme a tante altre, comprese tutte le fasi della costruzione, si possono trovare in un libretto di 96 pagine creato apposta. Si può acquistare la versione su carta oppure scaricare la versione PDF.
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VEDI ANCHE
– La pagina dedicata al modello dell’Abbazia
– Il Castelletto di Finale Ligure
– La stazione di Finalpia Santuario
Currently On My Stereo: MOGWAI “HARDCORE WILL NEVER DIE. BUT YOU WILL”
Ciao, erano anni che cercavo tracce di questo bellissimo plastico su internet; ne sono rimasto affascinato fin da quando ho visto gli articoli su “Tutto Treno”; poi è apparsa una foto sulla copertina del “Manuale del modellismo Ferroviario”, e finalmente oggi, solo per caso ho scoperto questo sito. Anch’io sono un grande appassionato delle linee costiere liguri, tra le più belle d’Italia, nonchè fermodellista da circa vent’anni. Non ci sono parole, hai fatto un lavoro maestoso, impagabile, che restituisce al meglio un immagine della Liguria “classica” nei suoi molteplici e caratteristici aspetti, il più evidente dei quali è la varietà di colori dei fabbricati.
Complimenti davvero, una grande opera di modellismo ferroviario, seguirò sempre i tuoi lavori.
Giuseppe
Ma grazie infinite! Sono contento il plastico sia così apprezzato, del resto l’avevo costruito come collage nostalgico dei posti che più mi piacciono e il fatto che sia riuscito a trasmettere emozioni anche ad altri mi rende molto orgoglioso. E pensare che ogni volta che riguardo le foto noto tanti piccoli errori e approssimazioni… Comunque di nuovo grazie e spero che il nuovo plastico possa essere all’altezza del precedente.
Buongiorno, sono un fermodellista incallito da 55 anni, ho costruito vari plastici, possiedo una eccellente collezione.Sono stato spesso a visitare il suo sito e le porgo i miei più sinceri complimenti per le sue opere, penso che pochissimi al mondo abbiano raggiunto il suo livello di perfezione.Sono un suo grande ammiratore.Spero di poterla incontrare di persona, magari ad una Expo tipo Novegro o Verona.
Cordiali saluti, Mario Mason di Abano Terme (PD)
La ringrazio moltissimo per la sua gentilezza e per i complimenti! E pensare che spesso nei miei lavori ci vedo solo i difetti… Un saluto, Silvio
Gentilissimo,
seguo da un po’ su TT e sul forum i suoi lavori modellistici. Come tanti appassionati sono alla disperata ricerca di spazi in casa per la costruzione di un plastichetto.
Sono tentato da una struttura come quella del suo plastico ligure, altrimenti dovro’ guardare al “canetto” o al plastico panettone di TTM.
Ma ho una serie di dubbi, primo fra tutti, il pensiero che quel plastico fosse in un locale con poche porte e finestre, perche’ 2 metri d’altezza non basterebbero a scavalcarle senza problemi. Come aveva organizzato le cose?
Le ringrazio in anticipo per la sua risposta (eventuale) e facendole i dovuti complimenti per la qualita’ dei suoi lavori la saluto.
Francesco Loiacono
Ciao Francesco! Il plastico era in una parte di casa con porte e finestre. Tutta la struttura era a filo delle porte (2,10 m mi pare) mentre per quanto riguarda le finestre era pensato in modo da consentirne le aperture con rientranze varie. Per esempio riguardo alle finestre il binario più basso ne stava lontano, mentre quello superiore le scavalcava… spero di essermi spiegato 🙂 Casomai scrivimi direttamente che cerco di trovare qualche foto.
Buongiorno, per prima cosa le faccio i miei più sinceri complimenti per le sue opere, volevo porle una domanda: come aveva costruito il muro di contenimento ad archi presente nel plastico di Finalpia davanti alla stazione? Grazie per la risposta.
Saluti, Alessio Lopergolo
Grazie Alessio! Per il muraglione ho usato fogli di polistirolo per isolamento reperibili nei grandi magazzini per edilizia (quelli che ho usato erano di colore giallo, spessi 2 cm, presi da Leroy Merlin). La superficie è piuttosto liscia e si incide con un punteruolo, cosa che ho fatto per riprodurre le pietre. L’interno degli archi, tagliati con un taglierino a lama grossa, l’ho rivestito con fogli della Vollmer che riproducono pietre. Il tutto è stato sporcato con colori Humbrol molto diluiti. Ciao!
Ciao! Plastico Meraviglioso, a dir poco, davvero stupefacente, volevo chiedere gentilmente una cosa, come mai su questo plastico hai utilizzato armamento Tillig e su l’altro il peco? Io sono molto indeciso soprattutto sui deviatoi inglesi doppi.
Grazie! Su questo plastico avevo usato binari Roco Line mentre su quello di Milano Chiaravalle ho usato principalmente Peco cod.75 (profilo più veritiero). Tillig l’ho scelta per alcuni scambi in curva nei tratti nascosti. Ciao!