La posa della catenaria è un massacro. Credevo di cavarmela in fretta data la scelta dei materiali: niente di più sbagliato vista la finezza di tutto l’insieme e soprattutto dei pendini in filo elastico da 0,1 mm di diametro (praticamente capelli morbidissimi). Ammetto di aver avuto qualche difficoltà con la vista ma comunque sia dopo quasi un mese di fatica ho terminato la posa lungo tutto il piazzale della stazione e lungo il fascio sud.
Ecco spiegato passo dopo passo perché ci ho messo tanto:
1.
Posa del filo di contatto in fil di ferro zincato da 0,3 mm (0,29 al calibro) ben teso ma senza deformare troppo le zampe di ragno e le mensole. Il filo fa un anello tipo “giro della morte” intorno a ogni zampa in modo da non intralciare il passaggio dello strisciante. La foto mostra quello che intendo:
Per la fune di contatto è necessario procedere per ogni tratta dall’inizio alla fine dato che va tesata, perciò non si comincia se non si pensa di finire. Avevo deciso di mettere una goccia di colla su ogni zampa ma poi ho visto che non serviva a niente e ho lasciato perdere. Le estremità dei fili le ho fissate con il sistema descritto QUI.
2.
Posa della corda portante in filo elastico da 0,2 mm (SBM wire) lasciato morbido ma non troppo per simulare l’effetto “pancia”. Il filo è incollato a ogni isolatore con una punta di cianoacrilico. In questo caso possiamo procedere come ci pare, anche con una campata al giorno.
3.
Posa dei pendini sempre con cianoacrilico. Questi sono fatti in due modi: per quelli “dritti” è bastato -si fa per dire- tagliare infiniti pezzetti di filo elastico SBM da 0,1 mm incollandoli singolarmente prima alla corda portante senza lasciare abbondanze (elastico su elastico, bastano circa 15-20 secondi per un incollaggio tenace) e dopo, una volta che la colla ha fatto presa, alla fune di contatto avvicinando leggermente la corda portante per garantire a tutti i pendini una leggera tensione (in questo caso elastico su ferro zincato: 10 secondi in posa e dopo 15-20 minuti un’altra goccia di rinforzo). Operazione ripetuta per “n” pendini.
I pendini di estremità hanno la parte a forma di “U” costruita in fil di ferro piegato e il collegamento con la fune di contatto in filo elastico, come già descritto QUI. Dopo averne preparati una cinquantina ho perso il conto…
4.
Passate 24 ore per aver lasciato seccare bene la colla e riposato gli occhi ho provveduto a eliminare le parti in eccesso di filo elastico. Essendo l’abbondanza sporgente verso il basso, e cioè dalla parte del fil di ferro, l’asportazione l’ho fatta con un bisturi ben affilato indispensabile per grattare ben bene tutta la parte inferiore del filo di contatto. Una carezza finale con carta abrasiva fine ha uniformato tutto lasciando scorrere gli striscianti dei pantografi senza intralci.
5.
Nel conto finale va aggiunto anche il fatto che non sempre la colla attacca al primo colpo e alcuni pendini fanno i capricci e portano via più tempo di altri per la posa. Consiglio assolutamente qualche prova fuori opera per vedere la reazione del filo elastico a contatto con la colla dato che a volte reagisce in modo strano ed è meglio sapere come intervenire alla svelta per non rischiare di mandare tutto in malora… Inoltre va considerato del tempo per rimediare ai pendini storti o troppo morbidi eliminandoli e posandoli di nuovo.
Non ultimo va considerato un fattore importante che avevo trascurato e al quale ho dovuto per forza rimediare. La posa fedele della linea aerea è poco compatibile con la geometria di binari modellistici e con gli attuali striscianti dei pantografi in scala, a meno di non piantare una selva di pali in situazioni ricche di deviatoi. Per evitare ciò mi sono salvato con la posa di qualche tirante messo qua e là a seconda di dove i pantografi ne avevano più bisogno, un po’ come accade anche al vero.
6.
Terminata la lunga posa al grezzo, dove già si fatica a vedere i fili a occhio nudo, sono passato alla colorazione con tinta nero opaco (Humbrol Matt 33) e le difficoltà sono aumentate dato che una volta colorati i fili si vedono ancora meno! Argh! Fra parentesi avendo lasciato il filo della corda portante leggermente morbido per fargli fare “la pancia” appena colorato si è afflosciato ancora di più tirandosi dietro anche i pendini… qui mi sono dovuto sedere un momento perché ho pensato di dover rifare tutto daccapo. Dopo una notte agitata al mattino una sorpresa: una volta asciugata la vernice il filo è tornato al suo posto e i pendini di nuovo in tensione e il mio cuore ha ricominciato a battere regolarmente.
Guardando le fotografie ingrandite alcuni elementi sembrano sovradimensionati ma posso assicurare che dal vivo questi dettagli quasi non si vedono. Ora devo finire di raffinare i nuovi pali posati colorando le basi e mimetizzandole con ghiaia e sporcatura.
Visto che la catenaria non è di cristallo ma sopporta benissimo qualche deformazione e urto e visto che la fotocamera riesce a trovare ugualmente posto tra i binari nel prossimo post metterò qualche foto decente e, finalmente, con qualche treno!
LA CATENARIA FINITA
LA PUNTATA PRECEDENTE
LA PALIFICAZIONE
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